LE CHIESE DI USINI
Parrocchia Natività di Maria Verginefoto di Paola Di
La chiesa della Natività di Maria Vergine, conosciuta anche come Chiesa di Maria Bambina (nome acquisito nel 1894), fu edificata nel 1824 e consacrata con il nome di Santa Maria ’e S’Ena Frisca (Santa Maria della Fonte Fresca). La sua costruzione rispondeva alla necessità di ufficiare i riti in quell’area dove si stava estendendo l’abitato, in direzione della piazza Castello. L’edificio, da sempre molto caro agli usinesi, probabilmente sorse in luogo dell’antica chiesa di San Pietro, ai più sconosciuta, e della quale non si sono rinvenuti resti, ma che è nota grazie a numerose fonti scritte. La stessa fornì l’area per l’edificazione e parte dei materiali da riutilizzare. Oggi la Chiesa della Natività, nel centro storico del paese, ha il suo accesso principale in via Roma di fronte a piazza Conciliazione, ma si estende in tutto il suo volume nella retrostante via Volta. L’edificio, in stile tardobarocco, è opera di maestranze isolane centro-settentrionali che operarono anche in altri centri quali Bosa, Mara e Pozzomaggiore. La facciata, suddivisa in due registri compositivi, ha una parte inferiore delimitata agli angoli da lesene e chiusa da una trabeazione aggettante. Al centro si imposta il portone d’ingresso, anch’esso incorniciato da lesene sormontate da un timpano curvilineo. Al centro del registro superiore si apre una finestra centinata. Il campanile, costruito nel 1900, fu addossato per mancanza di spazio alla parte destra della facciata. L’interno, ampio e luminoso, è ad unica navata con cappelle laterali, terminante nella volta a cupola che sovrasta il presbiterio. Tra gli arredi risaltano particolarmente i due splendidi altari gemelli della Madonna del Carmelo e di Santa Anastasia realizzati dai fratelli Diana e Calvia, artisti attivi nel nord Sardegna tra il XVIIIe il XIX secolo. Il primo altare, voluto da Domenica Tanchis, vedova Cossu, e donato alla chiesa della Natività nel 1857, si ispira a forme architettoniche classicheggianti successive al barocco. Di particolare pregio è anche l’acquasantiera in marmo, recante un’ iscrizione del 1599 fatta apporre dal pievano MATHEUS VARGIUS. scheda dal sito coolturistika PER SAPERNE DI PIU' http://usini.virtuale.org/Le%20Chiese.htm Santa Croce o Nostra Signora de s'Ena friscafoto di Paola Di
Entrando ad Usini dalla SS 127 (provenienti da Sassari) si incontra subito la splendida chiesa di Santa Croce. Anticamente chiamata Sancta Maria d’Usune, poi Santa Maria ’e S’Ena Frisca (Santa Maria della Fonte Fresca), sorge all’ingresso dell’abitato, nell’area in cui forse si sviluppò il primissimo nucleo di abitazioni dell’Età Neolitica. La sua storia è molto antica, poiché la chiesa è ricordata già nel 1135 nel cosiddetto “Condaghe di San Pietro di Silki” (documento dell’XI secolo) e, in età successiva, come luogo di sosta per le monache che dal monastero si recavano alla vicina abbazia di Paùlis (oggi nel territorio di Ittiri). Il nome attuale, scelto nel 1825 in concomitanza con la fondazione della Chiesa della Natività, deriva dall’omonima confraternita, recentemente ricostituitasi. Santa Croce rappresenta una tappa obbligata per coloro che vogliano conoscere il paese e siano curiosi di scoprirne le particolarità. L’edificio, realizzato in conci di pietra calcarea, è costituito da un’unica navata con abside quadrangolare, transetto e cappelle ai lati, oltre a vari ambienti di servizio e al campanile. L’aspetto attuale è il frutto di una serie di trasformazioni e integrazioni, apportate gradualmente, a quella che all’inizio era solo una piccola cappella. Ciò determinò la confluenza di stili architettonici e decorativi differenti, dal Romanico al Gotico-Catalano, integrati tra loro in modo gradevole ed equilibrato. Numerosi sono gli arredi recentemente restaurati: tra essi spicca l’altare maggiore in legno policromo proveniente dall’oratorio del Rosario. Di stile barocco nei colori predominanti dell’azzurro e dell’oro, esso ospita il simulacro della Madonna della Misericordia. Degni di nota sono anche due altri altari: quello di San Giorgio (6,40 x 6,50 m), risalente ai secoli XVII-XVIII, anch’esso in legno e decorato di verde e oro, e l’altare del Crocifisso (XVIII secolo), proveniente dall’antico oratorio di Santa Croce. Si segnala, inoltre, la presenza dello splendido pulpito ligneo proveniente dalla chiesa delle monache isabelliane di Sassari, arrivato ad Usini dopo la soppressione dell’ordine nel 1855. Le pareti della chiesa ospitano numerosi dipinti, tra cui 14 oli su tela raffiguranti la Via Crucis attribuibili ad un ignoto pittore piemontese del XIX secolo. scheda dal sito coolturistika PER SAPERNE DI PIU' http://usini.virtuale.org/Le%20Chiese.htm |
Le chiese campestri di Usini
San Giorgio, Santa Caterina (rupestre)
[per saperne di più visita www.chiesecampestri.it]
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