LE CHIESE DI GHILARZA
Parrocchia Maria Vergine ImmacolataNel 1533, i Ghilarzesi costruirono una chiesa da adibire a parrocchiale , sita dove sorge quella attuale. La vecchia chiesa era intitolata a San Macario, testimonianza della presenza dell’ordine dei Benedettini nel territorio, e le sue dimensioni erano simili all’attuale impianto ad eccezione della larghezza, inferiore di circa un metro. I l suo impianto era a navata unica con cappelle laterali, nel lato settentrionale però, un vano risultava eccentrico dando alla chiesa “ un disegno a croce mancante di un braccio “ma, ad eccezione, di questo particolare, la chiesa seguiva uno schema che, importato in Sardegna dalla Catalogna, era diffuso nel Cinquecento soprattutto nella parte centrale e settentrionale dell’isola.
Questo schema suggeriva un’unica navata con copertura lignea sorretta da grandi archi, ogivali; lungo le pareti, tra un arcone e l’altro, si aprivano delle cappelle coperte da volte a crociera; egualmente con volte a crociera costolonata era ricoperta l’abside. La chiesa ha subito numerosi restauri e modifiche all’impianto strutturale nel corso dei secoli successivi. L’ultimo dei quali, sul finire del XIX secolo, ha profondamente stravolto l’impianto originario, ad eccezione della torre campanaria, la stessa che è possibile ammirare ancora oggi, infatti solo la cupoletta terminale subì un rifacimento nel corso del Settecento. Durante quest’ultimo rifacimento è cambiata anche la sua intitolazione in onore a Maria Vergine Immacolata. scheda dal sito del comune di ghilarza PER SAPERNE DI PIU' http://www.parrocchiadighilarza.it/notizie-storiche-della-parrocchia/ San PalmerioLa chiesa di San Palmerio è la custode delle antiche memorie del paese, anzi della sue stesse origini; sorge, infatti nella regione Pantaleo dove l'altopiano degrada lentamente verso la vallata di Chenale.
La chiesa con il suo ricco patrimonio terriero e con i contadini che lo lavoravano costituiva una proprietà dell'arcivescovo di Oristano. La facciata è divisa in tre specchiature da sottili lesene concluse da arcate cieche ed è costruita in pietra da taglio nera e rossa; l'apparato murario denota nell'accuratezza dei conci grande abilità ed esperienza, lo stesso alternarsi delle pietre chiare e scure ritorna nell'arco che immette nell'abside. Le fiancate presentano nella sommità archetti a doppia ghiera. La chiesa fu ignorata per diversi secoli ma, negli ultimi decenni del 500, a Ghilarza, fu fondata la confraternita del rosario e gli fu affidata come sede proprio l'antica chiesa di San Palmerio che da allora fu chiamata chiesa del Rosario. scheda dal sito del comune di ghilarza PER SAPERNE DI PIU' http://www.parrocchiadighilarza.it/altre-chiese/ http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=17783&v=2&c=2488&c1=2125&t=1 http://www.mondimedievali.net/edifici/Sardegna/ghilarza.htm Sant'Antioco Martire Sulcitanofoto di Giampaolo Bardi
Il culto di S. Antioco ha in Ghilarza radici profonde, la data 1577, riportata su una lastra di pietra, a testimonianza dell’edificazione della chiesa, risulta essere posteriore al primitivo culto del Santo nel paese,infatti, il nome di Antioco in Ghilarza risultava già essere allora il più diffuso. Fino al 1840 la chiesa risultava alquanto staccata dall’abitato, e perciò era fornita, come negli attuali santuari campestri di muristenes per ospitare i fedeli durante i giorni delle novene ed era inoltre in due lati circondata da loggiati. Nel 1832 Mons. Bua affido la chiesa al gremio degli artigiani, che in precedenza avevano in affido la chiesa della Maddalena, ormai impraticabile, perché vi mantenessero vivo il culto della stessa Santa. Purtroppo l’unione non ebbe buon fine ed il culto della Maddalena si spense di lì a poco insieme al gremio degli artigiani. Nel 1873 venne collocato al suo interno l’antico altare della chiesa parrocchiale. I più significativi cambiamenti avvennero, però nel 1896 quando la chiesa fu allungata includendo in essa i loggiati, vennero costruite due cappelle laterali dedicate a S. Filippo Apostolo e a Nostra Signora della Buona Morte e ne fu invertito l’ingresso da ovest ad est, recuperando con una gradinata il dislivello antistante la nuova entrata La chiesa di S. Antioco ebbe anche una presenza francescana (cappuccini) intorno al 1698, che ebbe però breve vita. Pare, infatti, che la fondazione del convento francescano si dovesse ad un lascito testamentario di un fedele ghilarzese, insufficiente però, a detta della autorità conventuale, a garantire una dignitosa sussistenza ai frati e perciò la stessa autorità ne ordinò nel 1703 la definitiva soppressione. S. Antioco conserva due feste aprile ed il primo sabato d’agosto. Vi si celebravano anticamente anche le novene d S. Gaetano e di Nostra Signora della Buona Morte. Tutt’ora nella chiesa, che rappresenta un riferimento “strategico” per la zona alta di Ghilarza viene celebrata settimanalmente la messa festiva. scheda dal sito del comune di ghilarza PER SAPERNE DI PIU' http://www.parrocchiadighilarza.it/altre-chiese/ Santa Luciafoto di Sergio Pianti
Il documento più antico riguardante la chiesa è una pergamena datata il 29 aprile 1402. La chiesa era dedicata a Sant'Andrea e, nel giorno a lui dedicato, avvenivano le elezioni per le cariche amministrative, il Sindaco e i diversi consigli. Tutta la zona a nord di San Palmerio costituiva la contrada di Sant'Andrea. La chiesa era costituita da un semplice vano rettangolare, la muratura era di basalto a corsi irregolari, la copertura a incannicciata. Gli ingressi erano due uno per gli uomini e uno per le donne. Fino a tutto il seicento l'altare principale era intitolato a Sant'Andrea mentre quello dedicato a Santa Lucia era stato lentamente abbandonato sicché, nel 1767, fu demolito e la statua di Santa Lucia venne sistemata in una nicchia e, solo in occasione della festa della Santa, veniva sistemata sull'altare di Sant'Andrea. Nel 1887 sul lato sinistro si costruì un vano con accesso dal coro con la funzione di sagrestia; nello stesso lato vi era un muristene. Nel 1899 furono costruiti due archi, su cui furono sistemate le capriate e solo nel secolo scorso la costruzione fu tutta ripresa e fu sistemato un solaio in cemento armato. Nel tempo però, il culto di Sant'Andrea fu abbandonato: si potrebbe ipotizzare che ciò avvenne nell'800 quando nel paese emerse una nuova categoria di operai dedita alla costruzione delle case che diede nuovo impulso al culto di Santa Lucia protettrice della vista arricchendolo di nuove usanze. scheda dal sito del comune di ghilarza PER SAPERNE DI PIU' http://www.parrocchiadighilarza.it/altre-chiese/ San Giorgio VescovoPosta sul margine dell'altopiano, la chiesa di San Giorgio è stata considerata nel passato "bizantina", ma sia l'aspetto esterno, riconducibile a tradizioni locali, anche se antiche, sia la complessità delle strutture visibili, non porgono alcuna luce sull'origine e la genesi del monumento.
Secondo la tradizione viva ancora nel secolo scorso San Giorgio fu prima del 1533 la chiesa parrocchiale di Ghilarza, cominciò a decadere dopo la costruzione della chiesa di San Macario e sul finire del secolo XVIII fu destinata a cimitero in nome della sua passata dignità parrocchiale. Alcuni elementi essenziali in un luogo di culto mancavano nella chiesa di San Giorgio, infatti non esisteva una struttura per la campana, non esisteva un fonte battesimale e persino l'acquasantiera appare rudimentale: "così bassa che bisognava curvarsi a prender l'acqua, di pietra così rozza che pareva un truogolo mal fabbricato, sopra alcuni ciottoli". Da tutti questi elementi prende consistenza l'ipotesi che la chiesa di San Giorgio se veramente fu chiesa parrocchiale doveva servire una comunità ben modesta raccolta in piccole abitazioni intorno alla chiesa. La chiesa, di dimensioni modeste è tutta costruita con ciottoli e fango eccetto l'absidiola costruita in pietra da taglio rossa senza alcuna decorazione esterna. La facciata è disadorna, la porta ad arco ribassato è sormontata da un architrave privo di arco di scarico. Nel 1882 furono svolti dei lavori di restauro che trasformarono in parte l'aspetto dell'edificio. scheda dal sito del comune di ghilarza PER SAPERNE DI PIU' http://www.parrocchiadighilarza.it/altre-chiese/ Nostra Signora del CarmineLa devozione della Madonna del Carmelo si diffuse a Cagliari nel 200 e in seguito nel resto dell'isola. A Santulussurgiu la confraternita fu istituita nel 1628.
Si può ipotizzare che nello stesso periodo il culto si sia diffuso anche a Ghilarza e sia stata costruita la chiesa. Ipotesi suggerita da alcuni elementi architettonici. La porta maggiore presenta un arco a tutto sesto in trachite, sostenuto da colonnine sormontate da capitelli a testa di mazza decorati con motivi floreali. È questo un modello diffuso nel 600 nel centro della Sardegna e visibile fino alla metà del 900 sia a Ghilarza che ad Abbasanta; in una di quelle superstiti si leggeva la data 1603. La chiesa era una costruzione molto modesta con il tetto di incannicciata e capriate di legno, la pietà delle persone dotò la chiesa di un altare in legno: al centro la Madonna e ai lati San Raimondo e Santa Rita rimosso nel 1806. Nel 1893 furono costruiti tre archi a sostegno della copertura e si costruì un altare in pietra, la chiesa oggi si presenta come un vano rettangolare con copertura a falde inclinate in cemento armato. Di fianco all'accesso meridionale si diparte una scala che porta a un campanile a vela. scheda dal sito del comune di ghilarza PER SAPERNE DI PIU' http://www.parrocchiadighilarza.it/altre-chiese/ Parrocchia San Pietro Apostolo (frazione di Zuri)Dopo l'anno mille, contemporaneamente ad un certo risveglio culturale e commerciale, dovuto soprattutto alla penetrazione del monachesimo attraverso i Benedettini di Montecassino, i Vittorini di Marsiglia, e in seguito i Camaldolesi, i Vallombrosani, ecc., con l'irruzione della cultura romanica si registrò un grande risveglio artistico che portò alla costruzione di numerosi edifici religiosi.
Monaci - architetti, edificatori di chiese, contribuirono alla formazione ed all'espansione dell'arte romanica e maestranze di alta tradizione operarono nel nostro territorio. San Pietro di Zuri è una costruzione senza precedenti né seguito nell'architettura sarda. La differenziano la sproporzione degli spazi (40 x 12), il particolare campanile a vela e le sculture. È una delle poche chiese firmate: fabbricata, come si legge nell'epigrafe del prospetto, nel 1291 da Anselmo da Como, sotto Mariano II d'Arborea, che governò in uno dei periodi più prosperi del giudicato d'Arborea. Ha forme romanico-lombarde, che già fanno intravedere il gotico nascente. È costituita in pietra da taglio. Nella facciata tre arcate a pieno centro poggiano su pilastri; l'architrave del portale è scolpita con figure della Madonna, di San Pietro e di altri santi. Sopra di esso si apre una finestra rettangolare di epoca posteriore. L'abside semi-ottagonale, gotica, ne a sostituito, verso il 1325-1350, una semicircolare di cui resta un pilastrino con capitello a foglia. Il grande campanile a vela è stato addossato alla facciata dopo il 1504. Un motivo decorativo interessante si trova nel capitello compreso tra il fianco destro e il muro dell'abside, perché istoria, con una scena di ballo sardo tradizionale, forse la più antica testimonianza di questo motivo in una ornamentazione scultorea. L'interno è ad una navata, illuminata da grandi monofore non comuni nelle chiese romaniche sarde. Il tetto è a capriate a vista. Sul lato destro dell'abside si apre una nicchia a sesto acuto con arco trilobato che poggia su due mensoloni sostenuti da fasci di colonne ofitice con un nodo a mezza altezza, di cui solo una originale. La chiesa dopo la costruzione della diga e del Lago Omodeo, nel 1923-25, è stata completamente demolita e riedificata. Contemporaneamente fu ricostruito anche il paese di Zuri. scheda dal sito del comune di ghilarza PER SAPERNE DI PIU' http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=17856&v=2&c=2488&c1=2125&t=1 http://www.mondimedievali.net/edifici/Sardegna/zuri.htm http://www.suscruxoxu.it/index.php?option=com_content&view=article&id=94 |
Le chiese campestri di Ghilarza
San Serafino, San Giovanni Battista, San Michele Arcangelo, Nostra Signora di Tempru
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