LE ALTRE CHIESE DI ORISTANO
San Mauro Abate![]() La chiesa di San Mauro Abate sorge in prossimità del lato occidentale della cinta muraria medievale di Oristano. Il recente rinvenimento di documenti ad opera dello studioso oristanese Gabriele Luperi ha consentito di individuare con certezza tale monumento. Tali documenti, tutti del XVII e XVIII secolo, sono costituiti dai registri manoscritti del Gremio dei Calzolai e della Confraternita della Pietà che qui avevano sede. Si apprende inoltre che nella chiesa di San Mauro Abate vi erano le cappelle dei Santi Crispino e Crispiniano di pertinenza del Gremio dei Calzolai, e quella della Santissima Vergine della Pietà relativa alla Confraternita della Pietà. Nei secoli XVIII e XIX, attraverso l’esame dei registri contabili, si nota che la chiesa aveva come seconda titolatura quella della Ss.ma Virgen de la Piedad. La chiesa di San Mauro Abate presenta attualmente la facciata originale visibile sul lato nord, e una facciata laterale costruita in stile tardo neoclassico nel 1878, prospiciente sulla via Sant’Antonio. Per quanto riguarda la facciata antica sul lato breve dell’edificio attualmente è possibile osservarla sul lato del cortile interno, oggi adibito a piazzetta. All’interno della chiesa di San Mauro vi sono tre navate, che si prolungano fino ad inglobare il presbiterio. Sulla navata meridionale si apre una porta per dare accesso al locale della sacrestia. In seguito ai recenti lavori di restauro dell’edificio, si sono potute evidenziare le tre fasi edilizie della chiesa: quella più antica riferibile all’epoca bizantina, una databile tra il 1500-1600 e infine una settecentesca. Attualmente l’edificio ospita la Pastorale Giovanile Diocesana Indirizzo: Via Sant’Antonio
scheda dal sito monumenti aperti Nostra Signora del Carmine![]() foto di Gian Franco Rassu
Costruito su progetto di Giuseppe Viana, il complesso del Carmine, che comprende la chiesa e il convento, si estende per una lunghezza di quasi 40 metri e un’altezza di 15 lungo la via omonima. I lavori di costruzione, 1776-1785, furono finanziati dal Marchese d’Arcais. A seguito della soppressione del Convento, nel 1866, la struttura venne occupata dal Comando dell’Arma dei Carabinieri in congedo. Oggi il convento è sede di importanti manifestazioni culturali. Il chiostro è quadrangolare fiancheggiato su ogni lato da un porticato. Austera e imponente, la facciata, appena movimentata dal susseguirsi delle finestre, dal bassorilievo raffigurante la Vergine del Carmelo, collocato sul portale d’accesso, e, sullo stesso asse, da una elegante balaustrata in ferro battuto. Sull’ampio portale, poggia un fastigio arricchito da una lapide marmorea e dallo stemma della casa d’Arcais. All’interno numerose e ampie aperture, tonalità vivaci degli intonaci, penombre all’interno dei nicchioni laterali e nelle tribunette che si affacciano sulla navata e sul presbiterio, contribuiscono ad ampliare e movimentare l’esiguo spazio dell’edificio, estremamente curato anche negli arredi lignei, marmorei e in ferro battuto scheda dal sito del comune di oristano PER SAPERNE DI PIU' http://spazioinwind.libero.it/oristanoweb/html/chiesa_del_carmine.htm http://www.monumentiaperti.com/it/default/2380/Chiesa-e-monastero-del-Carmine.html Santa Lucia![]() foto Antonello Salis
La chiesa di Santa Lucia risale ai secoli XVI e XVII. L’attuale prospetto, realizzato nella prima metà dell’Ottocento, si mostra in stile neoclassico, con un timpano sostenuto da quattro colonne massicce. La chiesa è la cappella del Gremio dei Muratori. A partire dal XVI secolo, in Oristano, contadini, sarti, falegnami, muratori, vasai o figoli, calzolai e fabbri, erano riuniti in corporazioni, chiamate originariamente maestranzas o confrarias, poi gremi, ovvero posti in grembo sotto la protezione di un Santo patrono. Tali associazioni erano governate da statuti che dettavano norme per la costituzione, l’amministrazione, i doveri religiosi, la disciplina professionale, gli esami per i nuovi soci, le controversie di lavoro, le norme per la conservazione dei libri amministrativi e contabili e la cura delle cappelle. Ogni associato era vincolato al rispetto di molteplici doveri religiosi, morali e sociali, poiché il principio di mutualità tra i soci era alla base del Gremio. Durante la festa del patrono, il Gremio sorteggiava o eleggeva i nuovi amministratori: i maggiorales, ovvero i massimi rappresentanti , i probiuomini e altre cariche. Ogni gremio aveva una propria sede e, per gli uffici divini, aveva una cappella in una chiesa accanto alla sede della congregazione, dove gli iscritti solevano radunarsi. L’attività dei Gremi è documentata fino alla seconda metà del XIX secolo: una legge del 29 maggio 1864 li abolì de iure, obbligandoli alla trasformazione in società di mutuo soccorso. Attualmente, solo a Sassari e ad Oristano queste istituzioni non hanno interrotto la propria attività. Nella città di Oristano risultano ancora oggi costituiti i Gremi dei contadini di San Giovanni Battista, dei falegnami di San Giuseppe e dei muratori di Santa Lucia. Le prime due corporazioni, per antica tradizione, organizzano la Sartiglia, secolare competizione equestre che ancora oggi si corre l’ultima domenica di carnevale e il martedì grasso. scheda dal sito monumenti aperti Santa Chiara![]() foto di Gian Franco Rassu
La Chiesa di Santa Chiara è nel centro storico di Oristano annessa al convento delle Clarisse claustrali. La presenza delle Clarisse in città risale al 1260-1265 ma mancando precise fonti documentarie, per via ipotetica l’istituzione del monastero si riporta al XIII secolo in seguito all’autorizzazione concessa da Clemente VI al giudice di Arborea Pietro III de Bas Serra; al 1428 risale la consacrazione della chiesa. Recenti scavi del 1982-84 hanno evidenziato le fondamenta, mostrandoci una struttura molto più piccola dell’attuale. Lo stile dell’edificio ripercorre gli schemi del gotico francese diffuso anche in città da maestranze guidate da toscani, chiamate in Sardegna dall’ordine francescano in quel gran movimento di riforma artistica in senso nostrano. Della chiesa originaria in stile gotico restano oggi la facciata, l’abside, alcune capriate policrome. L’interno, mononavato in origine, aveva una copertura lignea a capriate, il presbiterio quadrangolare con volta a crociera. L’abside è quadrangolare, in conci di arenaria, ha volta a crociera ed un arco frontale su capitelli con l’insegna giudicale arborense. scheda dal sito del comune di oristano PER SAPERNE DI PIU' http://spazioinwind.libero.it/oristanoweb/html/chiesa_s_chiara.htm http://www.monumentiaperti.com/it/default/2382/Chiesa-e-monastero-di-Santa-Chiara.html Chiesa delle Cappuccine![]() foto di Pierluigi Dentoni
L’intero complesso religioso della chiesa e del convento delle monache cappuccine venne edificato nel 1739 ad opera del facoltoso cittadino oristanese Pietro Ibba, il quale appagò in questo modo il desiderio delle sue due figlie di monacarsi. La prima comunità di monache cappuccine si fondò con l’arrivo in città di tre suore spagnole provenienti da Ozieri. Nel monastero le suore svolgevano una vita di clausura, nella preghiera e nel lavoro, inizialmente seguendo la regola di Santa Colletta, successivamente quella di Santa Chiara. La chiesa, annessa al complesso claustrale, è dedicata all’Immacolata il cui simulacro è esposto al centro dell’altare maggiore, vi sono inoltre altri due altarini di cui uno dedicato al Sacro Cuore di Gesù, che si festeggia nel mese di giugno. scheda dal sito monumenti aperti San Francesco d'Assisi![]() foto di Sergio Pianti
La Chiesa di San Francesco è annessa al convento dei Minori conventuali, nella via Sant’Antonio nel centro storico della città. La primitiva struttura risale al XIII secolo. Agli inizi dell’Ottocento il complesso si trovava in stato di avanzato degrado per cui la chiesa fu abbattuta e ricostruita con la direzione del Cima, sotto le forme del Classicismo. Dell’antica chiesa sopravvive una parte della facciata in conci di trachite e calcare. All’interno ricordiamo le quattro cappelle dedicate al Crocifisso, alla Vergine di Bonaria, a Sant’Antonio di Padova e all’Immacolata e l’altare maggiore in marmo dedicato a San Francesco abbellito da un prezioso organo. Sappiamo che nell’annesso monastero erano, un tempo, custoditi straordinari documenti della cultura e dell’arte giudicale. Nell’antico chiostro avevano luogo le solenni e importanti adunanze giudicali, come ci testimoniano delle iscrizioni. Nella sagrestia sono custoditi il pannello centrale di un grande retablo di Pietro Cavaro del 1533, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate e una pregevole statua marmorea di Nino Pisano del 1368, ritenuta per tradizione di San Basilio Magno. Nella Chiesa di San Francesco si può ammirare un importante e suggestivo capolavoro di scultura: il crocifisso ligneo del 1350, di scuola gotica spagnola, detto "di Nicodemo". Si tratta del prototipo, insuperato, della numerosa serie di crocifissi lignei databili tra il XV e XVI secolo, conservati in Sardegna. scheda dal sito del comune di oristano PER SAPERNE DI PIU' http://spazioinwind.libero.it/oristanoweb/html/chiesa_s_francesco.htm http://www.monumentiaperti.com/it/default/2374/Chiesa-e-convento-di-San-Francesco.html San Martino![]() L'esistenza di questa chiesa, extra moenia, è attestata da documenti che risalgono al 1228 e ne attribuiscono il possesso ai monaci benedettini ai quali fu donata dal Giudice Pietro II. Il passare del tempo e l'opera dell'uomo, hanno quasi totalmente cancellato i segni della vecchia chiesa e del vecchio monastero. Resta però visibile anche se non supportata da fonti documentarie l'impronta gotica. La pianta originaria è mononavata in origine coperta con capriate lignee, sul fondo si apre l'abside a pianta quadrangolare e volta a crociera. Sull'altare un retablo decorato da medaglioni miniaturali con scene della passione è opera di artigianato sconosciuto che alla momumentalità dei legni contrapponeva i preziosismi delle scene dipinte a olio su tela e applicate dentro la cornice tutto attorno al simulacro della Vergine. Di notevole importanza la cappella dedicata alla Madonna del Rosario. Eretta per volontà dell’arciconfraternita del Rosario, ospitava i condannati a morte la notte prima dell’esecuzione.
Nel corso degli anni vi fu un avvicendamento che vide l'ingresso al convento delle monache benedettine a partire dal 1470 e dei frati domenicani dal 1567. Dal 1832 ai nostri giorni la destinazione d'uso fu tramutata in ospedale. scheda dal sito del comune di oristano PER SAPERNE DI PIU' http://spazioinwind.libero.it/oristanoweb/html/chiesa_s_martino.htm http://www.monumentiaperti.com/it/default/2241/Chiesa-di-San-Martino.html Spirito Santo o La Pietà![]() foto di Antonello Salis
L’aspetto attuale della piccola chiesa denominata dello Spirito Santo, nota anche come Oratorio della Pietà, risente dei rifacimenti avvenuti probabilmente nel sec. XVII, che non rendono però impossibile una corretta interpretazione dell’impianto iniziale. Un’attenta lettura archeologica indica un originario impianto cruciforme sostituito poi, in seguito evidentemente ad una sua demolizione, con l’abside semicircolare tuttora presente. Presumibilmente nel X secolo, venne costruito una nuova abside decorata secondo i dettami dell’architettura greca dell'Italia meridionale. Altri rifacimenti si possono far risalire all’età romanica, forse nel XIII secolo, tra cui l’allungamento della chiesa e la costruzione di una nuova facciata. Ulteriori interventi, fanno data all’età spagnola, nel XVII secolo, con modifiche al presbiterio contestualmente alla costruzione di un nuovo altare; altri interventi riguardano i lati lunghi della chiesa e probabilmente l’aggiunta di una navata sul lato nord. Fino al 1958 la chiesa ricadeva sotto l’egida della Confraternita dello Spirito Santo; in seguito, per diretto intervento dell’Arcivescovo Bua la chiesa ha accolto la Confraternita della Maddalena. scheda dal sito del comune di oristano PER SAPERNE DI PIU' http://www.monumentiaperti.com/it/default/2156/Chiesa-del-Santo-Spirito.html San Saturno![]() Il primo impianto della chiesa di San Saturno, affonda le sue origini con tutta probabilità nel periodo bizantino, anche se è menzionata nelle fonti documentarie solo a partire dalla seconda metà del XVI secolo. L'importanza della povera chiesetta risulta attestata dal toponimo Santu Sadurru utilizzato proprio per indicare la zona limitrofa a tale edificio.
E' imputabile probabilmente alla presenza fagocitatrice della dimora giudicale e dei suoi annessi difensivi il fatto che tale realtà cittadina non sia riuscita ad emergere nonostante le sue antiche origini. Il lento decadimento della struttura, già a partire dal XVI secolo, è documentato dalle istanze di riparazione presentate al viceré Heredia dal Sindaco di Oristano. Sul medesimo sito della antica chiesa, oggi ne sorge una nuova il cui impianto dei primi del 1900 è affiancato dal monastero delle suore francescane e da una struttura educativa per le orfanelle. La nuova chiesa, che durante la costruzione fu soggetta al crollo di parte della copertura, fu edificata in stile Neoromanico su un impianto a navata unica terminante con un abside semicircolare. L'involucro esterno è caratterizzato dall'uso del cotto faccia vista decorato timidamente attraverso l'inserto di mattoni più chiari. scheda dal sito spazio in wind oristano PER SAPERNE DI PIU' http://www.monumentiaperti.com/it/default/2266/Chiesa-di-San-Saturnino.html Sant'Antonio Abate![]() foto di Sergio Pianti
L’ospedale di Sant’Antonio, citato nel testamento di Ugone II d’Arborea del 1335 e situato all’interno della città murata, era adibito all’assistenza di malati al pari dell’ospedale di San Lazzaro, posto fuori le mura, ma riservato ai lebbrosi. I mezzi di sussistenza per l’ospedale di Sant’Antonio, con circa 12 posti letto, furono le provvidenze prima giudicali, poi quelle provenienti dall’autorità spagnola, ed erano quantificate con la destinazione del così detto quartu de Sant’Antoni, un quarto di starello, ossia 13 litri di frumento, su ogni 40 are di terreno coltivato a grano. Nel secolo XVI, l’ospedale necessitò di importanti interventi e manutenzioni. Il 24 aprile 1640 l’edificio venne affidato all’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, i Fatebenefratelli, ma dopo quasi due secoli fu nuovamente in rovina e nel 1834 venne sostituito dai locali della chiesa e del monastero di San Martino extra muros. I vecchi locali dell’ospedale di Sant’Antonio furono destinati alle Pie Maestre Venerine, per aprirvi il primo Asilo Infantile della città. Tale istituto di accoglienza e assistenza per bambini fu fondato da un ente morale con l’opera del conte Pietro Nieddu, dell’avvocato Salvatore Parpaglia e di altri notabili oristanesi e, inaugurato il 20 aprile 1866, accolse le giovani generazioni oristanesi sino a pochi decenni fa. La chiesa di Sant’Antonio, annessa all’ospedale, risulta a lato dell’ex Distretto Militare. Da una fotografia dell’800 la chiesa, di origine gotica (tardo XIII secolo), presenta un campanile a vela a due luci e risulta con l’orientamento della facciata a ovest. scheda dal sito monumenti aperti PER SAPERNE DI PIU' http://spazioinwind.libero.it/oristanoweb/html/chiesa_s_antonio.htm San Domenico (sconsacrata)![]() foto di Alessandro Pilia
La chiesa ed il convento di San Domenico vennero edificati nel 1634 ad opera del nobile oristanese Don Baldassarre Paderi. L’intero complesso ospitò i frati domenicani che già officiavano il culto nel complesso del San Martino, posto fuori dalle mura cittadine. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, i domenicani dovettero lasciare il convento nel 1832, mentre la chiesa è ancora retta dal delegato ecclesiastico dell’Arciconfraternita del Santissimo Nome di Gesù, che era presente fin dall’erezione della chiesa e che rimase incaricata dell’edificio. Nel 1920, grazie alle cure dell’Arciconfraternita e del Canonico Rettore A. Melis, la chiesa, dopo essere stata utilizzata dai militari durante la Prima Guerra Mondiale, fu decorosamente riabbellita. L’edificio, che tra gli antichi monumenti religiosi cittadini rappresenta la chiesa più grande e spaziosa dopo la cattedrale, completamente pavimentato, con la realizzazione dell’altare maggiore e del retablo ligneo in stile gotico e arricchito con deliziose decorazioni, fu restituito al suo primo splendore. La chiesa con alto prospetto timpanato, presenta una navata unica e due cappelle sul lato destro, una dedicata a San Vincenzo e l’altra, direttamente legata all’Arciconfraternita, al Santissimo Nome di Gesù. Nell’ingresso della chiesa vi è una gran pila in marmo per l’acqua benedetta del 1633, donata dal Canonico Mancosu Dessì, forse nel momento in cui venne fabbricata la stessa chiesa. Nel XIX secolo nei locali del convento vennero aperti gli uffici dei preposti alle gabelle, in seguito, nel 1924, divennero sede della Caserma delle Guardie di Finanza mentre attualmente ospita gli uffici del Demanio. Di recente l’edificio ecclesiastico ha subito un importante intervento di restauro che ha messo in evidenza nel presbiterio la bellissima volta costolonata in stile gotico catalano, attualmente, sede dell’Azione Cattolica cittadina, l’edificio costituisce un Auditorium per piccoli congressi, conferenze e concerti musicali scheda dal sito monumenti aperti Santissima Trinità (sconsacrata)![]() foto di Sergio Pianti
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