LE CHIESE DELLE FRAZIONI DI ORISTANO
LE CHIESE DI DONIGALA FENUGHEDU
Parrocchia Sant'Antonino Vescovofoto Antonello Salis
Nostra Signora del RimedioDivenuto nei secoli centro di devozione mariana di grande rilievo, non solo locale, il Santuario di Nostra Signora del Rimedio, è la superstite chiesa parrocchiale di Nuracraba, un piccolo villaggio sorto probabilmente in epoca medievale e scomparso per alluvioni e pestilenze intorno al 1730. La prima menzione si ha nell’atto di donazione del 28 marzo 1665. Tra i principali interventi che trasformarono l’antico edificio ricordiamo, nel 1903, la costruzione della vecchia torre campanaria che insisteva al centro dell’area dell’attuale navata destra. Negli anni venti un ampio intervento portò alla radicale modifica del prospetto principale, sostituendo la facciata dalle linee classiche ottocentesche con l’attuale, ispirata alle forme architettoniche lombarde. Negli anni trenta, a tale intervento, si aggiunse la costruzione della cupola ottagonale che sovrasta il Santuario. Intorno al 1940 fu demolita la torre campanaria costruita nel 1903 al fine di liberare la navata destra e realizzare la cappella centrale di essa. Solo più tardi, negli anni 1945-49, fu realizzata la nuova torre campanaria sul lato sinistro della facciata del Santuario. La celebrazione giubilare dell’Incoronazione del simulacro ha dato il via ad un nuovo ed ambizioso programma di restauri che, iniziati nel 2003, riguardano la struttura muraria e la copertura dell’edificio sacro, il loro risanamento, recupero e conservazione. Altri importanti interventi di restauro hanno interessato l’antico organo a canne e il recupero di cinque statue lignee, antiche e di pregevole fattura, tra cui il Simulacro di Nostra Signora del Rimedio.
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Le chiese campestri di Donigala Fenughedu
LE CHIESE DI MASSAMA
Parrocchia Maria Vergine AssuntaFai clic qui per effettuare modifiche.
San Nicola Vescovo o Le AnimeL’oratorio delle Anime, antica chiesa di San Nicola, si trova adiacente alla chiesa parrocchiale del XV secolo dedicata a Santa Maria Assunta, nell’abitato di Massama, frazione della città di Oristano. Il toponimo Marsima, documentato dal 1357-59, potrebbe essere di origine punica e denominerebbe l’insediamento cartaginese individuato presso il sagrato nell’oratorio. L’attribuzione altomedievale della chiesa è data, oltre dall’antica dedica al vescovo di Mira tipico del menologio orientale, dalle sue caratteristiche architettoniche. L’oratorio delle Anime di Massama è, infatti, un piccolo edificio a croce greca libera, e rappresenta un interessante esempio di monumento della Sardegna medievale. Il suo impianto potrebbe risalire all’epoca altomedievale, mentre gli interventi successivi sono di epoca romanica, probabilmente della prima metà del XIII secolo. L’edificio, realizzato in conci di calcare e pietra vulcanica, ha pianta cruciforme; il braccio est è sostituito da un’ampia abside, caratterizzata dal profilo a ferro di cavallo sia in pianta, sia in alzato. All’incrocio dei bracci si innalza un tiburio ottagonale che cela quasi totalmente la cupola. La facciata a spioventi presenta un paramento liscio privo di finestre o parti aggettanti; l’unica interruzione nella muratura in conci di arenaria e basalto di media pezzatura è rappresentata dal portale d’accesso, caratterizzato da estrema semplicità. Poco sopra il portale si può notare un filare di conci in arenaria in cui sono state scavate le sedi per i bacini ceramici. Si osserva inoltre come il campanile non sia dello stesso materiale della facciata, bensì in mattoni cotti, fatto che induce a ritenere si tratti di un aggiunta.
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Le chiese campestri di Massama
LE CHIESE DI NURAXINIEDDU
Le chiese campestri di Nuraxinieddu
LE CHIESE DI SAN GREGORIO
LE CHIESE DI SILI'
Parrocchia San Pietro ApostoloFai clic qui per effettuare modifiche.
San Michele ArcangeloFai clic qui per effettuare modifiche.
Santa Maria MaddalenaLa chiesa si trova a due chilometri a nord della città di Oristano nella frazione di Silì. La sua prima menzione si trova nel testamento di Ugone II del 1335 e la si può inquadrare, in riferimento alla sua costruzione, tra gli anni 1325-1350 in uno stile che vede ancora motivi legati al romanico ma con inserimenti gotici. L’impianto dell’edificio, mononavato, era caratterizzato da un alto soffitto con grandi travature e copertura lignea, sorrette da dieci mensoloni a forme sia umane che animali. Tali sostegni, che si possono vedere del tutto simili ma di fattura più accurata all’interno della chiesa di Santa Chiara di Oristano, sono stati recentemente restaurati e ricollocati, anche se a quota differente, nella loro originaria posizione. Con le chiese di Santa Chiara, San Martino e la Cattedrale, la chiesa della Maddalena condivide la bella bifora archiacuta della sua abside, esposta a est secondo i canoni dell’asse liturgico delle chiede medievali. La chiesa è stata testimone di fatti storici importanti del Giudicato di Arborea durante il regno di Mariano IV. Annesso alla chiesa sorge il convento costruito nel 1459 che ospitò i Frati Minori Osservanti (Ordine dei Francescani). In seguito all’incameramento dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, la chiesa e il convento caddero in grave stato di abbandono e vennero utilizzati come rifugio per il bestiame. Nei primi anni del 1900 vennero restaurati a spese del Comune di Oristano e ospitarono alcune classi ginnasiali dirette dai Padri Scolopi. Durante la seconda guerra mondiale, tutto l’edificio venne adibito a presidio militare e successivamente fornì asilo e ricovero a poveri emarginati. Dal 1967, dopo anni di ulteriori restauri da parte della Soprintendenza ai Monumenti con finanziamento della Regione Sardegna, la struttura ospita le suore della Redenzione
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