LE ALTRE CHIESE DI SASSARI
Santa Maria di Betlem![]() Santa Maria di Betlem si impone nel panorama monumentale sassarese per via dell'interesse e della ricchezza delle sue forme architettoniche, che abbracciano un lungo arco cronologico, dal XIII al XIX secolo. La comunità francescana si sarebbe insediata nell'area dal 1274 e ancora oggi il complesso è annesso a un convento di frati minori.
L'impianto gotico originario, probabilmente dell'ultimo quarto del XIII secolo, doveva essere a croce "commissa", con paramenti murari in calcare, aula mononavata con transetto e copertura lignea. In seguito la demolizione del transetto e l'innalzamento di una pseudocupola cancellarono le strutture d'impianto nella zona presbiteriale, più volte rimaneggiata a partire dal XIV secolo. Di questo periodo si conserva una cappella presbiteriale, con volta a crociera su archi ogivali che nascono da capitelli con foglie a "crochet". La facciata duecentesca è tripartita in orizzontale e delimitata da due robuste paraste. Il portale è architravato e strombato con una successione di tori e gole. Diviso da una cornice modanata, il secondo ordine ospita un grande oculo coevo all'impianto duecentesco. Nel frontone in asse con il portale e l'oculo si apre un'altra luce, probabilmente del 1711. scheda dal sito sardegna cultura PER SAPERNE DI PIU'http://www.smbsassari.com/index2a.htm# http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_di_Betlem San Michele![]() Nella stessa piazza, posta quasi di fronte al Duomo, fu eretta nel Settecento la chiesa di San Michele. Anticamente era intitolata a San Gavino, poiché in essa ebbe sede la confraternita dei Bainzini (Bainzu è il nome di Gavino in dialetto logudorese), istituita nel 1616 in seguito al ritrovamento dei corpi dei martiri Gavino, Proto e Gianuario durante gli scavi del 1614 nella Basilica di San Gavino in Porto Torres voluti dall’arcivescovo Manca Cedrelles. All’interno lo stemma austriaco con aquila bicipite ed il motto «quis ut Deus», situato nel lato destro della navata, attesta che la chiesa attuale è stata costruita tra il 1708 e il 1717. La chiesa è ad un’unica navata coperta con volta a botte con abside semicircolare. Ai lati vi sono due cappelle. Il retablo ligneo, che prima del 1950 era nell’altare maggiore, è collocato nella prima cappella a sinistra ed è composto da quattro nicchie: San Michele (in alto) mentre affronta Satana; in basso, San Gavino (al centro), San Gianuario (a sinistra) e San Proto (a destra). Da questa cappella si accede alla cripta che si estende a corridoio per tutta la lunghezza della chiesa. La sua costruzione risale al 1600 ed imita chiaramente la cripta coeva esistente nella Basilica di San Gavino a Porto Torres dove sono custodite le reliquie dei martiri turritani. Ospita la quadreria e la sezione cosiddetta archeologica e della pietà popolare del Museo Diocesano di Sassari.
scheda dal sito monumenti aperti San Giacomo![]() foto di Paola Di
Superato l’archivolto situato al lato della casa cosiddetta del Mercante, si entra in una corte racchiusa, all’interno della quale si trova la chiesa di S. Giacomo. Di fondazione duecentesca, come attesta la lapide che ricorda lavori promossi nel 1269 dal Pievano D. Pietro Fata, ora esposta al Museo Archeologico Nazionale “G. A. Sanna” di Sassari, nel corso del ‘400 la chiesa subì lavori di ristrutturazione visibili nella crociera presbiteriale. Dal 1568 è sede della Confraternita della Orazione e Morte che, costituita da Cavalieri, si dedicava all’assistenza agli infermi e ad opere di misericordia quali il seppellimento dei morti. La chiesa, esternamente contraffortata e dalla facciata semplice, si presenta internamente ad aula unica coperta con volta a botte. Quest’ultima, realizzata nei primissimi del ‘600 unitamente alla maggior parte del corpo della fabbrica, rappresentò all’epoca un modello costruttivo che, nonostante il crollo e la pronta ricostruzione della volta, venne applicato in successive realizzazione di chiese presenti in città.Alle pareti laterali dell’aula sono visibili i primi due altari settecenteschi dedicati a S. Maurizio ed alla Santa Croce, quest’ultimo proveniente dalla distrutta Chiesa di S. Elisabetta, mentre più avanti, intorno al 1780, furono realizzati da stuccatori piemontesi i due altari in stile barocchetto di gusto rocaille, raro esempio di questo tipo in città. Esternamente, di lato alla facciata, si trova la cosiddetta “Casa del Rettore”, edificio dalla fronte architettonica classicista, attualmente sede di un Consultorio Medico polispecialistico creato dalla arciconfraternita in collaborazione con il Sovrano Ordine di Malta. scheda dal sito monumenti aperti PER SAPERNE DI PIU' http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giacomo_(Sassari) Santa Caterina![]() Eretta dal 1580 al 1607 ad opera dei gesuiti, i lavori furono diretti dall’architetto Bernardoni che durante la realizzazione dell’opera, nel 1583, fu chiamato a progettare la cattedrale di Cracovia per cui la chiesa venne ultimata da maestranze sassaresi. Nell’osservare internamente l’impianto ci si accorge che l’opera è nella parte inferiore caratterizzata dalla presenza di archi a tutti sesto ed elementi architettonici di tipo classicista. La cupola posta all’incrocio dell’aula con il transetto è impostata su un tamburo ottagonale raccordato inferiormente allo spazio quadrangolare tramite pennacchi intagliati con motivi decorativi geometrici e floreali. L’interno custodisce un apparato iconografico e decorativo in gran parte contemporaneo alla costruzione della chiesa; esso è coerente con i dettami classicisti e controriformisti dell’Ordine dei gesuiti. Tra le opere esposte è sicuramente da ricordare il ciclo pittorico del fiammingo Johan Bilevelt, attivo in città tra il 1622 ed il 1652, anno della morte per peste, che dipinse le tele raffiguranti l’Incoronazione della Vergine, in cui si intravede nella parte bassa la Valverde con la seicentesca Fontana di Rosello, la Flagellazione di Cristo, i SS. Pietro e Paolo e la Visione di Sant’Ignazio alla Storta. Nel presbiterio, presso l’altare maggiore, si ammira il bellissimo crocefisso ligneo seicentesco. Uscendo dalla chiesa si può notare infine l’acquasantiera seicentesca che risulta sorretta da un capitello con colonnina altomedievale, di ascendenza orientale.L’ingresso per i portatori di handicap è da via Canopolo.
scheda dal sito monumenti aperti PER SAPERNE DI PIU' http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=18354&v=2&c=2488&c1=2126&visb=&t=1 http://www.ssardegna.it/it/chiese-arte-e-architettura/cultura/storia-e-architettura/chiese-arte-e-architettura/santa-caterina.html Santissima Trinità![]() foto di Paola Di
L'Ordine religioso dei Trinitari ebbe il suo primo insediamento nella città di Sassari sul Monte Rosello, come attestano alcuni documenti del 1632. Nel 1640 l'Ordine entrò in possesso del sito prospiciente la porta di Rosello, dove attualmente si trova la chiesa, e per lungo tempo la data è stata considerata il termine post quem per la sua edificazione. Tuttavia precisi riscontri documentali hanno dimostrato che la costruzione dell'edificio e dell'annessa struttura conventuale (oggi non più esistente poiché demolita negli anni Quaranta dell'Ottocento), è da collocare entro il primo quarto del XVIII secolo. Infatti, la nuova fabbrica è menzionata per la prima volta in un testamento del 1708, e del 1710 è il documento che permette di conoscere il nome del direttore dei lavori, Antonio Mela, uno tra i capomastri-impresari più importanti e attivi della prima metà del Settecento. La chiesa risulta ancora in costruzione negli anni 1718 e 1727 e si può supporre che i lavori fossero ormai compiuti attorno al 1729, anno in cui il Mela è impegnato nella chiesa e nel convento del Carmelo di Sassari. La facciata è divisa in due ordini da una cornice marcapiano riccamente decorata. L'ordine inferiore, ripartito in tre specchi da lesene tuscaniche, presenta un unico portale con timpano curvilineo spezzato entro il quale, con attento rispetto della simmetria, si colloca l'insegna dei Trinitari retta ai lati da due angeli circondati da un fitto ornato a girali. Al di sopra dell'insegna, e all'interno della cornice, si trova il bassorilievo raffigurante, tra ornati fitomorfi e angeli, i due santi dell'ordine, San Giovanni de Matha e San Felice di Valois, inginocchiati ai lati del cervo con la croce sulla fronte. L'impianto è ad aula mononavata divisa in tre ampie campate da paraste tuscaniche con capitello; sulla cornice modanata, che prosegue anche nella cappella absidale e poggiante sulle paraste, tutta decorata da una fascia con rosette e riquadri scolpiti ad altorilievo con motivi fitomorfi e testine angeliche, si imposta la volta a botte scandita da due arconi trasversi e dalle lunette entro le quali si collocano le finestre quadrangolari. La cappella absidale a pianta quadrata, più stretta e bassa della navata, si raccorda all'aula tramite un arco trionfale a tutto sesto particolarmente alto, al di sopra del quale è un oculo ovale. Le cappelle laterali, tre su ciascun lato e poco profonde, hanno archi di accesso a tutto tondo sormontati da tre rosette, e sono in tutto simili a quelli della chiesa di Sant'Antonio Abate di Sassari. Nel primo decennio del Novecento la chiesa fu interessata da alcune modifiche che hanno comportato l'ampliamento della terza cappella a s., la decorazione dell'abside in stile neogotico e l'introduzione di un riquadro nel centro della volta. scheda dal sito sardegna cultura Madonna del Rosario![]() foto di Giampaolo Bardi
Alle spalle del Palazzo che negli anni ‘50 venne edificato nella piazza Castello si trova la chiesa del Rosario, un tempo collocata presso una delle quattro porte della cinta muraria, oggi nello slargo che immette nella storica via Arborea. Un primo impianto della chiesa con annesso convento dei frati Domenicani venne eretto dal 1632 al 1635, ma è dal 1656 che si iniziò ad ampliarla, concludendo i lavori con la facciata nel 1759. La chiesa ha una pianta ad aula mononavata con cappelle laterali entrambe voltate a botte, mentre nello sfondo si trova il presbiterio quadrangolare rialzato. L’interno delle cappelle si caratterizza per gli altari in pietra e stucco e per la diffusione di stucchi dipinti con effetti marmorizzati che simulano frequentemente false tarsie marmoree. Con lo sguardo si rimane però colpiti dall’altare maggiore in legno intagliato, policromato e dorato, che è considerato in tutta l’isola, per le dimensioni e la pregevolezza della fattura, una delle opere di maggior rilevanza artistica nell’ambito di questo tipo di produzione. scheda dal sito monumenti aperti PER SAPERNE DI PIU' http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=24857&v=2&c=2488&c1=2126&visb=&t=1 Sant'Andrea![]() foto di Paola Di
La chiesa di Sant'Andrea, sede della Confraternita del Santissimo Sacramento, fu eretta per volontà del medico di origine corsa Andrea Vico Guidoni, morto nel 1648. La fabbrica, cominciata dopo la morte del committente, si protrasse per oltre un cinquantennio, a causa delle diverse interruzioni per la peste che colpì la città nel 1652 e di una vertenza intercorsa fra il 1656 e il 1658 tra la confraternita e il capitolo turritano, che aveva incamerato i beni del Vico Guidoni destinati ai lavori, ultimati nell'ultimo decennio del Seicento. In mancanza di fonti documentarie si ritiene che la facciata, realizzata contestualmente all'impianto seicentesco, sia stata riformata negli ultimi anni del Settecento secondo un gusto rococò ad opera di maestranze legate all'architetto piemontese Giuseppe Viana. L'aula a navata unica è voltata a botte e scandita in tre campate diseguali da semipilastri dorici che, oltrepassando la cornice aggettante decorata a baccellature e ovoli classicistici, si prolungano nei sottarchi. Nelle pareti della seconda e terza campata sono state ricavate quattro nicchie entro cui si collocano altari in stucco di gusto barocco. L'abside, più bassa e stretta della navata, è a pianta quadrangolare. Nel XIX secolo è stata inserita nel catino absidale la decorazione in stucco a conchiglia e sono stati costruiti l'altare maggiore e la balaustra marmorei; quest'ultima, di forma semicircolare, nel delimitare la zona presbiteriale invade parte dell'ultima campata dell'aula. Nella parete destra del presbiterio è murata la lapide tombale del fondatore. La facciata si articola in due ordini raccordati da ampie volute sormontate da piccoli campanili a vela con timpano triangolare. Una cornice marcapiano raddoppiata e fortemente aggettante con un fregio inferiore a triglifi e metope li separa. L'ordine inferiore è ripartito in tre specchi dai lesene tuscaniche doppie su basamento; nello specchio centrale si apre il portale, inquadrato da colonne doriche e sormontato da un architrave con fregio a triglifi su cui poggia il timpano spezzato a doppia inflessione, entro cui si inserisce una piccola edicola con nicchia architravata e centinata. Negli specchi laterali si dispongono tre aperture cieche sovrapposte: un portale quadrangolare con timpano spezzato a doppia inflessione concluso da una voluta e con un edicoletta centrale, una nicchia centinata e contornata, una finestrella quadrangolare la cui cornice forma ai lati quattro riquadri. Nel secondo ordine si ripropone il ritmo ternario con la serliana, sormontata da un timpano triangolare con due volute laterali che riproducono quelle della facciata mentre i rettangoli diamantati che ornano le lesene centrali sono una ripresa del motivo presente nelle pseudo edicole dei portali ciechi laterali. Conclude il prospetto il fastigio costituito da un timpano triangolare con vistose mensole che ne reggono la cornice. scheda dal sito sardegna cultura PER SAPERNE DI PIU' http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant'Andrea_(Sassari) Nostra Signora del Carmelo![]() La chiesa del Carmelo venne edificata a partire dal 1637, grazie a donativi che ne consentirono ulteriori ampliamenti realizzati nel corso del ‘600 e nel secolo successivo, mentre nella seconda metà dell’800 vennero realizzati gli archivolti che collegano la chiesa con viale Umberto I e con la via Mercato. In questo ristretto slargo si erge la facciata a due spioventi con ampi finestroni e portale rettangolare attraverso il quale si accede all’interno della chiesa. L’interno si presenta come un tipico esempio di architettura controriformistica con aula unica. Sui lati si aprono quattro cappelle intercomunicanti che custodiscono il ricco arredo di altari tardo barocchi lignei o in marmo databili tra la fine del ‘600 e i primi del ‘700. Di notevole interesse la tela raffigurante il Compianto sul Cristo Deposto inserita nell’altare della Cappella della Pietà, riferibile all’ambiente pittorico napoletano di metà ‘600. Nel presbiterio a pianta quadrata è inserito il grande altare in marmo e stucco nel quale spicca la piccola tela raffigurante la Madonna, opera del pittore G. Battista Salvi, detto il Sassoferrato, allievo del Domenichino. Ai lati dell’altare sono esposte inoltre quattro tele di ottima fattura rappresentanti la Carità romana, Susanna ed i Vecchioni, Sansone e Dalila, Giuditta e Oloferne. Queste ultime due opere in maniera particolare sono da riferirsi alla produzione piemontese di primo ‘700.
scheda dal sito monumenti aperti Gesù, Giuseppe e Maria (cappella delle Cappuccine)![]() Edificato a partire dal 1670, grazie ai lasciti ed ai donativi di Filippo IV re di Spagna e di nobili sassaresi, tra cui il N.H. Giovanni Tola, il complesso fu ultimato entro il 1695 e da allora è sede delle Monache Cappuccine. Attraverso il portale della semplice facciata con fronte a doppio spiovente, nella quale campeggia lo stemma nobiliare del benefattore, si accede nell’antiportico e da qui all’interno della chiesa. Un’unica navata coperta a botte lunettata racchiude un raro interno tardo barocco ricco di opere ed arredi sacri che la bassa luce soffusa avvolge in un’atmosfera carica di inteso misticismo. Lo sguardo si concentra sull’altare classicheggiante in legno policromo realizzato nei primissimi del ‘700 da bottega locale ospitante statue lignee che raffigurano la Vergine Maria con ai lati San Francesco con Santa Chiara e la Sacra Famiglia. Nell’aula prospettano due cappelle poco profonde, una dedicata a Sant’Antonio da Padova, arredata con un altare barocco intitolato al santo, mentre la cappella di Santa Croce, sul lato opposto, ospita un altare ligneo di notevole fattura con al centro l’edicola nella quale è inserito il seicentesco Crocefisso. Si possono ammirare le grandi tele: tra queste spiccano quelle raffiguranti il caravaggesco San Matteo ispirato, il san Gerolamo copia del medesimo soggetto visibile nella tela in San Pietro a Roma e la decollazione di San Gavino, opera del calabrese Mattia Preti, considerata una delle opere pittoriche più importanti visibili in città.
scheda dal sito monumenti aperti PER SAPERNE DI PIU' http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_delle_Monache_Cappuccine_(Sassari) Cappella dell'Annunziata![]() Fai clic qui per effettuare modifiche.
Santa Croce![]() Fai clic qui per effettuare modifiche.
Sant'Antonio Abate![]() foto di Paola Di
La chiesa di Sant'Antonio abate fu costruita ex novo tra il 1700 e il 1707 per iniziativa e a spese del vescovo di Bosa, il servita sassarese Giorgio Sotgia Serra, come recita l'iscrizione sull'architrave del portale (OPVS ABSOLVTVM ANNO 1707). L'edificio ingloba in parte la precedente chiesa di Sant'Antonio, di forme gotico-catalane, utilizzandola come transetto entro il suo impianto a croce latina. Il primo maestro impegnato nella costruzione fu il bosano Pedro Falqui, capomastro assai attivo in Sassari in fabbriche civili e religiose dal 1676. In un documento del 1698 si precisa che il Falqui doveva demolire e ricostruire la chiesa, risparmiando la cappella di Nostra Signora dei Servi e quella di San Felipe, in conformità a un disegno in suo possesso, dove si descrivono dettagliatamente le caratteristiche dell'edificio che, pur con una campata in meno, corrispondono a quelle della chiesa attuale, comprese le due persistenze tardogotiche alle estremità del transetto. Per una controversia col Sotgia Serra il Falqui venne sostituito nel giugno del 1700 con Matteo Del Rio, capomastro degli albaniles della città dal 1683, il quale portò a conclusione i lavori. Sebbene i capimastri fossero tutti locali e la struttura dell'edificio, pur nella maggiore ampiezza e complessità, utilizzasse elementi e una sintassi compositiva assai simili a quelli già impiegati in altre chiese della città (delle Cappuccine e di San Donato, ultimate rispettivamente nel 1692 e nel 1695), non è da escludere che l'elaborazione del progetto sia stata opera del padre servita maestro Francesco Locatelli, inviato a Sassari nel 1678 dal Sotgia Serra, che allora rivestiva il ruolo di Generale dell'Ordine dei Serviti. Il prospetto, in conci a vista, è ripartito in due ordini da un'alta cornice con fascia a rettangoli; la parte inferiore è scandita da sei lesene tuscaniche con al centro un portale inquadrato da colonne tortili, terminanti in figure grottesche, sormontato da un timpano curvilineo spezzato in cui si inserisce un fregio e, alla sommità, lo stemma del vescovo Sotgia Serra. Il secondo ordine presenta al centro una finestra a edicola sormontata da un timpano triangolare e affiancata da due finte aperture di eguale foggia ma di minori dimensioni; due ali inflesse lo rinserrano ai lati mentre un ampio frontone curvilineo - elemento barocco insieme al portale - ne delimita la sommità. L'interno riprende con maggiore impegno e raffinatezza esecutiva il lessico dotto indicato in facciata, ma accentua la trabeazione che continua fino al presbiterio. L'impianto è a navata unica, divisa in tre campate rettangolari e una quadrata all'incrocio col transetto da lesene tuscaniche; le cappelle, tre per lato, hanno volta a botte; il transetto ingloba alle estremità due cappelle coperte con volte a crociera appartenenti al precedente edificio; il presbiterio quadrangolare con volta a botte è più basso e stretto dell'aula. scheda dal sito sardegna cultura San Paolo![]() Fai clic qui per effettuare modifiche.
Nostra Signora di Monserrato![]() Fai clic qui per effettuare modifiche.
Cappella P.I.M.E.![]() foto di Paola Di
E' la cappella del Pontificio Istituto per le Missioni Estere Santissimo Sacramento![]() foto di Paola Di
San Biagio (scomparsa)![]() foto dal libro "Opere d'arte restaurate delle cattedrali di Sassari
e Alghero"
Demolita nel 1926-27 per far posto all'ampliamento della stazione ferroviaria scheda dal sito sassari storica blogspot San Giuseppe o San Rocco (scomparsa)![]() Spirito Santo (scomparsa)![]() Si trovava tra l'Episcopio e porta Utzeri, volgarmente conosciuta con il nome di Sant'Andrea, da non confondere con la chiesa sita in corso Vittorio Emanuele fatta costruire successivamente da Vico Guidoni
scheda dal sito sassari storica blogspot Nostra Signora di Loreto (scomparsa)![]() foto di Vittoria Campus
Porta di Macello (locale attualmente utilizzato da un Bar) scheda dal sito sassari storica blogspot San Bartolomeo (scomparsa)![]() Chiamata successivamente San Carlo dal nome della confraternita alla quale venne concessa (nelle vicinanze di via S. Carlo)
scheda dal sito sassari storica blogspot Santa Croce (scomparsa)![]() Vicino all'attuale seminario, demolita nel 1824. E' verosimile che prima del 1492 gli ebrei che erano a Sassari vi avessero la loro sinagoga e che dopo la loro espulsione sia stata consacrata al rito cristiano e dedicata alla S. Croce.
scheda dal sito sassari storica blogspot San Sebastiano (scomparsa)![]() Chiesa degli inquisitori, costruita dal 1602 al
1606, situata tra Piazza Tola, Via Cesare Battisti e Via San Leonardo. In
questa chiesa la Città fece Voto per la peste nell'anno 1652
scheda dal sito sassari storica blogspot San Paolo (scomparsa)![]() Annessa al convento degli Scolopi ( via Sebastiano Satta), distrutta nel 1870
scheda dal sito sassari storica blogspot Nostra Signora della Misericordia (scomparsa)![]() Era situata a sx della porta S. Antonio,verso
"Carrera Longa", demolita nel 1759
scheda dal sito sassari storica blogspot Sant'Anna (scomparsa)![]() Sant'Eligio (scomparsa)![]() San Lazzaro (scomparsa)Vergine del Regno (scomparsa)![]() Situata
nel "Regnu" vicino alla Reggia dove ebbero stanza i Giudici e dove
morì nel 1235 Ubaldo Visconti ( primo marito di Adelasia di Torres), tra
la fontana delle conce e San Pietro
scheda dal sito sassari storica blogspot |
Le chiese campestri di Sassari
Sant'Orsola, San Michele di Plaiano, San Giacomo di Taniga, Santa Barbara dell'Argentiera, Santa Barbara di Canaglia, Santa Maria di Taniga (abbandonata), Nostra Signora dei Poveri, San Quirico (abbandonata), Funtana Gutierrez (rupestre), San Michele di Murusas (abbandonata), Sant'Anna (abbandonata), Santa Barbara di Molafà (rudere), San Pietro, Sant'Eusebio (abbandonata), L'immacolata (abbandonata), Cappella Baddi Manna (rudere)
[per saperne di più visita www.chiesecampestri.it]
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