LE CHIESE DI MUROS
Parrocchia Santi Gavino, Proto e Gianuariofoto di Sergio Pianti
È fra le prime chiese in Sardegna ad essere dedicata ai martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario. Per la sua posizione rispetto all’abitato, e per lo stemma turritano presente al centro della volta della sacrestia, è facile pensare che la prima funzione dell’edifico fosse quella di oratorio privato o semipubblico della famiglia Martinez. La struttura attuale è il frutto di rimaneggiamenti dell’impianto originale, che si limitava al presbiterio e all’abside. La chiesa si sviluppa con una pianta absidata a croce greca e un campanile esterno con copertura a cuspide innalzato solo nel 1904, poiché la chiesa ne era sprovvista. La facciata presenta un andamento semplice e lineare, con la parte superiore a capanna, portale timpanato e nicchia sovrastante che ospitava la statua della Madonna. All’interno l’edificio ha un aspetto sobrio: la copertura con volta a botte è visibile sia nella navata che nelle cappelle laterali, mentre nel presbiterio si nota una copertura a crociera, con peducci antropomorfi (uno con volto maschile, l’altro femminile) e una gemma pendula nella chiave di volta con la raffigurazione della Madonna in preghiera. Il catino absidale è arricchito da un motivo a conchiglia che termina con una decorazione a sei foglie, allegoria dello Spirito Santo. Il sottarco, diviso in lacunari, presenta motivi fitomorfi tipici della tradizione decorativa sarda del Cinque-Seicento. Inoltre, nella pietra di volta del catino è presente un bassorilievo di San Gavino a cavallo. Particolari le due finestre unghiate ricavate nella volta a botte centrale, una nella controfacciata, l’altra nell’abside. Nella cappella dedicata a San Giovanni è custodita una statua lignea del Battista, databile al Seicento. Nella cappella dell’Immacolata, edificata agli inizi del Novecento per volere di due benefattori muresi, è possibile ammirare una pala d’altare attribuita ad un artista della fine del XVII secolo, la statua dell'Immacolata e le piccole statue dei tre Santi Patroni. Nella pala sono rappresentati i tre martiri turritani, la Madonna col Bambino, San Giovanni, San Giuseppe e gli angeli. Pare che l’autore dell’opera sia Marco Antonio Maderna, artista di origine piemontese attivo nello stesso periodo anche a Cargeghe. Secondo testimonianze orali le statue dei tre Santi furono realizzate dal soldato di Romana Lussorio Sanna, nel 1940, ispiratosi proprio alle figure dipinte nella pala. Nella navata, in una piccola nicchia, si trova una statua della Madonna con Bambino (originariamente collocata nella nicchia della facciata esterna) risalente al Seicento. La sacrestia presenta una volta decorata in stucchi di semplice fattura commissionata a maestranze non locali. I differenti stili nella lavorazione farebbero pensare ad un’opera a più mani. scheda dal sito coolturistika PER SAPERNE DI PIU' http://www.istitutogiuliocossu.it/agus2.html CappellaFai clic qui per effettuare modifiche.
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