LE CHIESE PARROCCHIALI DI SASSARI
Cattedrale Santi Nicola e CaterinaIl Duomo è stato costruito e modificato in tempi diversi nel punto in cui una pieve romanica sorse sin dal XII secolo e domina il centro storico con l'imponente facciata barocca che ospita in altrettante nicchie le statue dei Martiri turritani Gavino, Proto e Gianuario e del titolare san Nicola da Bari. Al fianco vi è il campanile, con una parte inferiore che risale al Duecento mentre quella superiore è settecentesca.
L'interno, restaurato di recente, è di impronta gotica e ospita tra numerosi arredi e opere d'arte un altare in marmo di metà Ottocento, una Madonna del Bosco, dipinto del Trecento, e un Crocifisso spagnolo del Settecento, nonchè il mausoleo di Placido Benedetto di Savoia conte di Moriana, fratello dei re Vittorio Emanuele I e Carlo Felice, morto a Sassari nel 1802. Si accede quindi al Museo del Tesoro, che raccoglie in tre sale una ricca esposizione di argenti, arredi e parametri sacri, messali e opere d'arte. scheda dal sito del comune di sassari PER SAPERNE DI PIU' http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=18420&v=2&c=2488&c1=2126&visb=&t=1 http://it.wikipedia.org/wiki/Cattedrale_di_San_Nicola_(Sassari) http://www.viaggisportvacanze.it/index.php/arte/42-chiese/114-duomo-di-san-nicola-a-sassari http://spazioinwind.libero.it/sassari_centrostorico/testi/duomo.htm Beata Vergine Mater EcclesiaeCristo Redentorefoto di Dottor Melis
Cuore Immacolato di MariaGesù Buon Pastorefoto di Paola Di
Nostra Signora del Latte Dolce (antica chiesa)foto di Paola Di
La costruzione del Santuario di Nostra Signora del Latte Dolce può essere collocata tra il 1177 e il 1190. La chiesa, abbandonata nel Cinquecento, quando venne ritrovata, nel 1825, al suo interno conservava quasi intatta una lunetta dipinta raffigurante la Madonna che allatta il Bambino Gesù (risalente al XIV sec.). Il ritrovamento apparve miracoloso agli abitanti della borgata, che da lì in avanti cominciò ad essere chiamata “zona del Latte Dolce”. La struttura originaria della chiesa, realizzata con conci di calcare tufaceo, presentava una navata unica con copertura a capriate lignee, della quale rimangono attualmente solo i fianchi meridionale e settentrionale ed esternamente, nel muro settentrionale, una serie di archetti pensili poggianti su peducci sagomati con figure antropomorfe, zoomorfe e motivi geometrici, risalenti al XIII secolo. Al XIV secolo risale invece l’abside gotica quadrata, leggermente più bassa e stretta della navata. Nell’Ottocento la chiesa venne voltata e la facciata venne ricostruita. Con il restauro del 1954 l’edificio subì notevoli modifiche strutturali: la ricostruzione del tetto, sostituzione del piccolo campanile a vela con uno più grande, l’asporto dell’intonaco dalle pareti, la ricostruzione della bifora absidale e la costruzione di un portichetto rustico in corrispondenza dell’ingresso. scheda dal sito monumenti aperti Nostra Signora del Latte Dolce (nuova chiesa)foto di Paola Di
Sant'AgostinoI lavori di costruzione della chiesa di Sant'Agostino furono intrapresi attorno al 1574, come risulta dal più antico documento in cui si parla dell'edificio, e si protrassero per circa un trentennio, precisamente fino al 1605, anno in cui venne terminata la facciata grazie al lascito testamentario del nobile sassarese Juan Deliperi Vaca. Le forme originarie si sono conservate nella quasi totale integrità, fatta eccezione per la facciata, rinforzata nel 1952 con l'aggiunta di un portico, e per il campanile, ricostruito per ovviare a gravi problemi di ordine statico. Le restanti strutture furono sottoposte a un restauro di tipo integrativo.
Lo schema compositivo è quello, di lunga tradizione nell'Isola, del Tardogotico catalano, con aula a navata unica suddivisa in cinque campate da grandi archi a sesto acuto retti da robusti pilastri addossati ai contrafforti laterali. A ogni campata corrisponde una cappella per lato; sul fondo dell'aula è il presbiterio, più basso e stretto e a pianta quadrata, cui si accede attraverso un arco a sesto acuto. La copertura della navata è data dal susseguirsi di cinque volte a crociera costolonate con gemma pendula; identico sistema è adottato nella cappella absidale, nella cui gemma è raffigurata a bassorilievo una Madonna col Bambino di gusto popolaresco. Le aperture e le volte delle cappelle laterali presentano una diversità di caratteri dovuta all'edificazione avvenuta in momenti diversi, fino al sesto decennio del Seicento: le tipologie delle aperture variano dall'arco a tutto sesto (terza e quinta cappella a destra e terza a sinistra), all'arco a sesto ribassato (prima a destra), all'arco ogivale (seconda e quarta a destra e prima, seconda, quarta e quinta a sinistra); per quanto concerne le volte, vi è anche una maggiore varietà: a crociera nervata e gemmata (prima e quinta a destra e quinta a sinistra) a crociera semplice (terza a destra), a botte (seconda a destra e terza a sinistra), a botte ribassata (quarta a destra e seconda a sinistra) e a botte spezzata (quarta a sinistra). Le cappelle della terza campata, più profonde rispetto alle altre per essere composte da due campate, e con gli archi di accesso più ampi, conferiscono l'illusione di un impianto a croce greca. Negli elementi strutturali (mensole, capitelli, gemme pendule, intradossi e ghiere delle arcate), la commistione di decorazioni a motivi fitomorfi e antropomorfi di stampo popolaresco con ornati di tipo classicistico, quali cassettoni, dentelli, ovoli, baccellature, rosette, rivela i modi operativi tipici delle maestranze locali. scheda dal sito sardegna cultura PER SAPERNE DI PIU' http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant'Agostino_(Sassari) http://www.cassiciaco.it/navigazione/monachesimo/chiese/italia/sardegna/sassari.html Sacro Cuore di Gesùfoto di Dottor Melis
La storia della Chiesa del Sacro Cuore, nel rione Monte Rosello di Sassari, inizia quasi ottant'anni fa. Fu allora, nel 1931, che l'arcivescovo di Sassari mons. Arcangelo Mazzotti si pose il problema dell'assistenza religiosa al quartiere di Baddimanna, « la cui distanza dalla città e il numero sempre in aumento dei suoi abitanti - scriveva il Presule - non poteva non preoccupare la mia responsabilità di pastore ». il quartiere di Baddimanna, posto al di là del Fosso della Noce che corre lungo l'antica cinta di mura della città, sul filo di una serie di ondulazioni che scendono dal colle dei Cappuccini verso le aperture del non lontano orizzonte marino, era allora l'ultimo arrivato nella storia della topografia cittadina. « Borghi non si facciano nella città di Sassari », deliberavano recisamente i consiglieri della città verso la metà del 1600: e quell'indirizzo, che tendeva a costringere tutta la popolazione entro la cerchia delle mura costruite alcuni secoli prima, fu conservato come una legge ferrea sino al 1835, quando il governatore Crotti, perorando presso il Viceré le richieste sempre più decise delle associazioni religiose ed operaie sassaresi (che rappresentavano la piccola borghesia artigiana e soprattutto il proletariato dei lavoratori), ottenne il permesso di far uscire la città, per la prima volta nella sua storia poco meno che millenaria, all'aperto, verso la salubre campagna circostante, lontano dall'infernale, soffocante dedalo di viuzze. di « corti » e di « quadrati ». continua la lettura... PER SAPERNE DI PIU' http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_del_Sacro_Cuore_(Sassari) Santi Donato e Sistofoto di Dottor Melis
La chiesa di S. Donato, di fondazione duecentesca, fu costituita in parrocchia già nel 1278 quando furono istituite le cinque parrocchie della città murata. La chiesa mantenne l’aspetto originario sino alla fine del Seicento. Il primo impianto, in stile gotico, si osserva in tutto il fianco e nella facciata, del tipo a capanna, realizzata con conci calcarei a vista e priva di ornamenti. Al centro, leggermente spostato verso sinistra, il portale quadrangolare contornato con architrave al quale si affianca quello gotico. L’interno è a navata unica voltata a botte lunettata, con quattro cappelle per parte. Queste ultime ospitano gli altari lignei sei-settecenteschi, uno dei quali, quello della Santa Croce, include il Crocifisso ligneo seicentesco. Nel fianco archetti gotici trilobati corrono lungo i terminali, mentre al di sotto si aprono due monofore centinate e il portale laterale, risalenti alla fabbrica duecentesca. La cappella absidale a pianta quadrata, più stretta e bassa della navata, si raccorda all’aula tramite un arco trionfale a tutto sesto particolarmente alto. Le cappelle laterali, quattro su ciascun lato e poco profonde, hanno archi di accesso a tutto tondo. Entro il 1695 la chiesa venne ampliata riutilizzando strutture del fianco e della facciata. Tra gli arredi della sagrestia un mobile di notevole interesse realizzato nel XVII secolo da un artigiano locale. scheda dal sito monumenti aperti PER SAPERNE DI PIU' http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=18519&v=2&c=2488&c1=2126&t=1 http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Donato_(Sassari) http://www.ssardegna.it/it/chiese-arte-e-architettura/cultura/storia-e-architettura/chiese-arte-e-architettura/s-sisto-s-donato.html San Francesco d'Assisifoto di Paola Di
La Chiesa di San Francesco d’Assisi dei Frati Cappuccini, una chiesuola antichissima – “Chiesa del Monte”– immersa nel verde argenteo degli ulivi, ricostruita durante la dominazione catalano-aragonese nel “Mont de Valle Verd” e dedicata alla Madonna, custodiva nei secoli passati un venerato Simulacro di Nostra Signora di Valverde, in un colle suggestivo, fuori le mura della città. Il culto mariano di Valverde, risalente agli Aragonesi, si diffuse nella Sardegna settentrionale tra la fine del XIV secolo e il corso del XV. Ad Alghero, nella valle verdeggiante di uliveti e di ville, il miracoloso Santuario di Valverde, secentesco (1635), custodisce la preziosa statuina di Nostra Signora, invocata come Vergine del “Pilar”, dal pilastro sotto il quale fu rinvenuta la scultura lignea del XIV secolo, come da suggestiva tradizione. continua la lettura... PER SAPERNE DI PIU' http://sanfrancescosassari.it/ http://www.cappuccinisardi.altervista.org/index.php?option=com_content&view=article&id=43&Itemid=6 San Giovanni BoscoPER SAPERNE DI PIU' http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/10/04/news/dopo-quarant-anni-due-quartieri-hanno-la-loro-chiesa-1.5805156 San Giuseppefoto di Paola Di
Tra il 1884 e il 1888 veniva realizzata a Sassari la chiesa di San Giuseppe, progettata dall'ingegnere capo del Comune Francesco Agnesa. L'area interessata era quella antistante la piazza d'Armi, dove continuavano a tenersi le esercitazioni d'artiglieria, equidistante dall'ospedale e dal carcere, e all'epoca estremamente periferica, tanto che, per circa un ventennio, la chiesa rimase avulsa dal contesto urbano, cui "dava le spalle", volgendo la facciata verso le zone in espansione destinate a nuovi servizi. Facciata che, con notevole evidenza, si ispira al purismo architettonico di Gaetano Cima e, quasi smaccatamente, alla chiesa palladiana di San Giorgio a Venezia (1556), senza averne però l'assetto cupolato. I due ordini, maggiore e minore, che corrispondono rispettivamente alla navata centrale e alle due laterali, si sovrappongono in due sistemi a fronte di tempio, che segnano la struttura dello spazio interno, e si presentano quindi come una sezione prospettica dell'organismo tridimensionale che si sviluppa dietro longitudinalmente. La facciata ha il corpo centrale scandito da quattro colonne di ordine gigante con capitelli corinzi, poggianti su alti dadi, mentre ai lati figurano due nicchie a tutto sesto, cui corrispondono, nei corpi laterali, due finestre della medesima foggia e dimensione. Nel registro mediano si apre al centro una finestra semicircolare tripartita e due finte finestre rettangolari. Le navate laterali sono contrassegnate da una teoria di finestrelle timpanate, mentre quella centrale, scandita da contrafforti, ha luci ad arco a tutto sesto. La torre campanaria, posizionata in corrispondenza dell'abside, si ispira nel disegno a quella completata nel 1871 da Salvatore Calvia per la chiesa di Santa Caterina a Mores: a canna quadrata, cupolata, si sviluppa su tre diversi livelli, i primi due segnati da finte aperture, e l'ultimo, che ospita la cella campanaria, da monofore timpanate. L'interno presenta un'ampia navata centrale, voltata a botte, terminante con un'abside semicircolare, e due laterali, sulle quali si aprono le cappelle, tra le quali si segnala la prima a s., che ospita l'altare realizzato da Antonio Usai, allievo dello scultore Giuseppe Sartorio. Nella chiesa si trova una statua lignea del santo, realizzata da quest'ultimo e risalente ad un periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Soltanto alla vigilia della prima guerra mondiale l'isolamento della chiesa di San Giuseppe si avviò a termine con la progressiva costruzione dell'Istituto tecnico, oggi Magistrale (1912-13), della scuola elementare di San Giuseppe (1932-36) e della casa della GIL (1935). scheda dal sito sardegna cultura PER SAPERNE DI PIU' http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Giuseppe_(Sassari) Santa Maria di Pisafoto di Paola Di
La parrocchia di S. Maria di Pisa, istituita nel quartiere di Lattedolce di Sassari con decreto dell'Arcivescovo monsignor Salvatore Isgrò in data 30 giugno 1986, è stata affidata dallo stesso Arcivescovo alla protezione della B. V. Maria., col suggestivo titolo di "Maria Bambina", in riferimento alla festa in onore della Natività di Maria, da celebrare ogni anno l'8 settembre. La recente edificazione del complesso parrocchiale di Santa Maria di Pisa ha avuto inizio l'8 settembre 2001, giorno della posa della prima pietra. L'inaugurazione della chiesa è avvenuta il 29 novembre 2003 con monsignor Salvatore Isgrò. La Chiesa parrocchiale comprende un'ampia e luminosa aula per le celebrazioni, la cappella feriale, la sagrestia, gli uffici parrocchiali e i servizi; nel piano sottostante: la cappella Sant'Anna, un'ampia sala per gli incontri, una biblioteca, la sede e i servizi Caritas. Casa parrocchiale con annesse 10 aule di catechismo, Oratorio, Teatro All'esterno spazi verdi e un campo da adibire a strutture ricreative per i giovani ed anziani scheda dal sito della parrocchia santa maria di pisa Sant'Orsolafoto di Paola Di
San Paolo ApostoloSan Pietro di Silkifoto di Paola Di
La fondazione della chiesa e dell'abbazia delle Benedettine ad essa annessa, secondo quanto testimonia il "Libellus Judicum Turritanorum", andrebbe collocata tra il 1065 e il 1082, durante il giudicato di Mariano I de Lacon Gunale. Dell'edificio romanico rimangono solamente i primi due ordini inferiori del campanile, opera di maestranze attive nell'isola nel XIII secolo, e alcuni tratti dell'aula mononavata. Verso la fine del XVI secolo iniziarono i lavori di ristrutturazione del complesso, ormai passato alla gestione dei Minori Francescani già dalla metà del secolo precedente. Si conclusero entro il 1641, stando alla data incisa sull'architrave della porta di ingresso al chiostro. Ma già prima furono realizzate delle modifiche alla chiesa, a cominciare dall'aggiunta nel 1473-75 della cappella della Madonna delle Grazie (la prima a N), secondo la tradizione eretta in seguito al ritrovamento miracoloso del simulacro della Vergine, durante una predica tenuta da fra Bernardino da Feltre nel piazzale antistante l'edificio. Verso la metà del '500 furono edificate le altre due cappelle laterali. La ristrutturazione seicentesca, responsabile dell'aspetto attuale dell'edificio, si concluse alla fine del secolo con il rifacimento della facciata, grazie ai lasciti del cagliaritano Antonio Mereu. Sull'unica navata della chiesa si affacciano tre cappelle laterali di diverse dimensioni, tutte sul lato O dell'edificio; sull'altro lato, infatti è addossato quello che era l'antico monastero, oggi adibito a ricovero per anziani. La cappella della Madonna delle Grazie è coperta da una volta a crociera dotata di gemma pendula su cui è scolpita una Madonna con Bambino; vi si accede mediante un arco ogivale sorretto da pilastri polistili, culminanti in capitelli scolpiti con figure sacre, di gusto gotico-catalano. Nel rifacimento del XVII secolo la si ampliò con un vano di forma rettangolare, coperto da volta a vela, e con un altro voltato a botte che ospita un altare marmoreo. Le altre due cappelle sullo stesso lato, a pianta rettangolare, hanno rispettivamente copertura a botte e a crociera. Una quarta cappella si apre nel presbiterio sul lato E dell'edificio, coperta da una volta lunettata, e ospita un altare ligneo seicentesco che contiene una delle statue della Vergine più antiche dell'isola. L'originaria copertura a capriate lignee dell'aula nel 1672 fu sostituita con una volta a botte lunettata. Una cantoria è ricavata sopra l'atrio d'ingresso. La facciata della chiesa è divisa orizzontalmente in due ordini da una cornice e verticalmente da quattro paraste. Nelle tre sezioni così risultanti si aprono nella parte bassa tre arcate, di cui quella centrale con la cancellata di ingresso, e nella parte alta, corrispondente alla cantoria dell'interno, tre finestre rettangolari, due delle quali timpanate. Sopra l'arcata di ingresso trova posto lo stemma del Mereu, finanziatore del rifacimento della facciata, decorato con motivi fitomorfi di stampo tardomanieristico. Il coronamento è semicircolare, come nella chiesa sassarese di Gesù e Maria (oggi Santa Caterina). scheda dal sito sardegna cultura PER SAPERNE DI PIU' http://www.itgdevilla.it/chiese/san_pietro_in_silki.htm http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Pietro_di_Silki San Vincenzo de' Paolifoto di Dottor Melis
Sacra Famigliafoto di Dottor Melis
Santissimo Crocifisso e Sant'Apollinarefoto di Paola Di
Le più antiche strutture della chiesa di Sant'Apollinare risalgono alla fine del Duecento. Di queste, in forme gotiche di matrice italiana, l'unica traccia è data dalla sagoma del portale in facciata, murato durante la successiva ricostruzione della metà del secolo XVII. I lavori di ampliamento, infatti, ebbero corso dal primo decennio fino agli anni Cinquanta del Seicento, e comportarono una caratterizzazione in senso tardorinascimentale dell'intero edificio. La facciata fu costruita nel 1646, come attesta la data incisa nell'architrave del portale, mentre la copertura, quasi ultimata nel 1651, quando un incendio danneggiò parte delle strutture, fu conclusa nel 1652, dopo la grande peste. La nuova fabbrica incorporò parte della precedente, ampliando sulla sinistra l'edificio che venne quasi raddoppiato in larghezza; come mura portanti vennero utilizzate la fiancata destra e parte della facciata della chiesa primitiva; inoltre si adottò una diversa tecnica costruttiva, in pietre saldate con malta di calce e sabbia, rispetto alle pietre e fango argilloso. Nel 1896, in seguito al cedimento delle mura laterali e al lesionamento della volta, fu deliberata la chiusura della chiesa, e nel 1898 iniziarono i lavori di demolizione della volta e del consolidamento delle strutture ma, in seguito a progressivi cedimenti delle strutture, si procedette a una quasi completa demolizione e ad una ricostruzione in forme neogotiche. Vennero risparmiati soltanto il campanile, la cappella absidale e la facciata. Grazie ad una descrizione anteriore a questi rifacimenti è possibile conoscere l'impianto della chiesa seicentesca, improntato sullo schema delle chiese congregazionali di ascendenza controriformistica, tipica delle chiese seicentesche sassaresi, ad aula mononavata voltata a botte, con tre cappelle per lato, abside quadrangolare con volta a botte e campanile a canna inferiormente quadrata e superiormente ottagona, con aperture centinate e cupolino allungato a spicchi, sormontato dalla croce. La facciata, la cui ornamentazione geometrizzante è mutuata dalla chiesa di Gesù e Maria (oggi S. Caterina, Sassari) e reinterpreta in senso plateresco, è riquadrata da due aggettanti paraste angolari con basamento modanato su alto plinto, ed è suddivisa in due ordini da una cornice modanata ornata da un fregio a ovoli e listelli. Il primo, liscio, presenta un semplice portale rettangolare con architrave su mensole. Quello superiore è scompartito in specchi da quattro lesene poggianti sulla cornice marcapiano, di cui le centrali sono decorate a cassettoni. Tra queste è una grande finestra timpanata cieca, con doppia cornice decorata con ornati classicisti e ulteriormente affiancata da due più strette e basse lesene, ornate come le maggiori e sormontate da pinnacoli; al di sopra del timpano è una croce intagliata. Una cornice risaltata a dentelli e ovoli chiude il secondo ordine e fa da base al frontone a terminazione piana, delimitato lateralmente dalla prosecuzione delle lesene cassettonate centrali. Nello specchio, tra due colonne tortili, trovano posto due finestre cieche centinate affiancate, con cornice ornata da intagli e dentelli, al di sopra delle quali è la cornice di coronamento, modanata e ornata inferiormente da un classicistico fregio a palmette e superiormente da una sequenza di festoni, ovoli e dentelli alternati. scheda dal sito sardegna cultura PER SAPERNE DI PIU' http://www.monumentiaperti.com/it/default/2311/Chiesa-di-Sant-Apollinare.html Nostra Signora delle GrazieFai clic qui per effettuare modifiche.
Santa Caterina (scomparsa)Nel 1278 l'Arcivescovo Dorgodorio istituì 5 Parrocchie, tra le quali Santa Caterina, assegnando a ciascuna degli appezzamenti di terreno per la rendita necessaria alle Chiese. Per Santa Caterina vennero concesse delle terre in regione Mascari. L'architettura era di origine pisana e sul fronte vi era un rosone simile a quello esistente a Santa Maria, mentre nel portone di ingresso era stata ricavata una nicchia con la statua della Santa; Il campanile a colonnine era di stile lombardo. La chiesa di Santa Caterina era frequentata prevalentemente dalla nobiltà sassarese, ed aveva al suo interno molte tombe patrizie. Come risulta dagli Statuti del 1294, nella Chiesa i Podestà davano udienza al popolo e il Municipio vi teneva le riunioni, annunciate da squilli di tromba e suoni di campane. Dopo il trasferimento a Gesù Maria (attuale Santa Caterina), nel 1853 avvenne la demolizione, che terminò nel 1856.
scheda a cura di Lino Augias, per sassari storia blogspot |