LE CHIESE DI SIURGUS DONIGALA
Parrocchia Santa Maria![]() foto di Sergio Pianti
La chiesa di Santa Maria in Donigala è un edificio con forme gotiche costruito probabilmente su un anteriore impianto di una chiesa paleocristiana o bizantina. La Chiesa risulta ricostruita intorno al 1550 con le due antiche cappelle laterali in stile gotico-aragonese con crociere nervate attigue all'abside, tre finestre, un portale ogivale decorato con capitelli di buona fattura artistica coronato da merlature aragonesi ed una torre campanaria di poco posteriore all'edificio principale. La lunetta posta sulla sommità dell'ogiva contiene l'epigrafe attestante l'ultimazione dei lavori nel 1642, durante il regno di Filippo IV di Spagna, sotto il pontificato di Papa Urbano VIII mentre era canonico a Donigala Luxorio Roger. La Chiesa di Santa Maria, rivolta ad oriente, ha l'interno a navata unica con volta a botte e cappelle laterali ed è decorata con numerosi affreschi di pregevole fattura; interessante l'altare ligneo in stile barocco ed il coro, sempre in legno risalente al XVIII secolo. Donigala e la festività di Santa Maria dell'otto Settembre sono conosciute in tutta la Sardegna per la processione con i secolari ceri, che richiama un gran numero di fedeli in pellegrinaggio provenienti in particolare da Nurri e Dolianova. La leggenda tramanda infatti che la chiesa venne edificata nel luogo in cui si fermò un carro che trasportava le spoglie di una giovane di Dolianova chiamata Maria, promessa sposa ad un ragazzo di Nurri, morta il giorno delle nozze. In un biglietto che aveva lasciato scritto, la giovane chiedeva di essere messa su un carro a buoi e dove questi si fossero fermati, di erigere una chiesa in onore della Madonna. I buoi si fermarono a metà strada e nonostante ogni tentativo di spostarli non si mossero dal punto nel quale sorge la chiesa. In realtà l'antichissima tradizione dei ceri di Donigala è da riferirsi invece a ex voto sorti probabilmente alla fine della grande peste del 1348. Ne è la riprova la testimonianza e la presenza dei fedeli di Dolianova che partecipano alla solenne processione con un loro cero votivo. Nella chiesa di Santa Maria sono custoditi una ventina di ceri, alcuni risalenti al XVI secolo, uno o due forse sono di Nurri. Secondo alcuni storici l'origine dei ceri potrebbe risalire all'epoca della diocesi di San Giorgio di Suelli, intorno al 1050, e sarebbero in origine costruiti secondo la foggia pisana con l'interno in legno ricoperto esteriormente di cera. I ceri di Nurri che venivano portati a Donigala anticamente erano tre; ogni cero apparteneva a uno stesso parentado e la persona che lo portava in processione doveva custodirlo in casa per tutto l'anno. Alla scadenza lo cedeva ad altra persona della famiglia che lo riportava in processione a Donigala e così via. Raramente il cero veniva ceduto a persone non del parentado. Ma i ceri di Santa Maria sono in effetti un'esclusiva di Donigala la cui processione costituisce uno dei momenti religiosi più importanti. La festività è una delle più conosciute dell'intera Isola e i ceri sono il simbolo e il sinonimo di Donigala e di Santa Maria di Monserrat. Per questa particolarità unica, alla delegazione del paese durante la festività di Sant'Efisio viene riservato l'onore di precedere immediatamente il Santo. scheda dal sito del comune di siurgus donigala San Teodoro![]() foto di Francesca Mallus
La Chiesa di San Teodoro in Siurgus è stata edificata tra il XVI ed il XVII secolo su un preesistente edificio bizantino. La Chiesa, rivolta ad oriente, è in stile gotico-catalano con una singola navata, volta a sesto acuto e archi trasversali che danno accesso a sei cappelle laterali, tre per parte. La navata è separata con una balaustra in marmo dal presbiterio, caratterizzato da una volta a crociera a costolonatura con gemma pendula e da un altare policromo risalente al XVIII secolo. Nel basamento del campanile accanto all'edificio è ricavato il battistero, mentre il pulpito in marmo è di fattura recente. La facciata dell'edificio presenta pochi elementi decorativi, con un coronamento merlato, un rosone centrale e il portale incorniciato e ornato; nel sagrato invece è presente un monolite intarsiato risalente al periodo bizantino. La pianta del fabbricato rispetta le antiche regole che volevano le chiese orientate verso Gerusalemme così che, entrando da Ovest, simbolo del buio e del peccato, e procedendo attraverso la navata verso l'altare maggiore, l'uomo si avvicina alla luce della verità. LA VITA DI SAN TEODORO MARTIRE Il culto del Santo si diffuse a partire dal VI secolo dopo il crollo del dominio vandalico ad opera dei bizantini. La tradizione popolare racconta che nel territorio ci fosse un insediamento di monaci ai quali si deve il culto del Santo a Siurgus. Secondo la tradizione il martire guerriero ha fatto parte dell'esercito romano in qualità di legionario e durante la persecuzione contro i cristiani, tra il 306 e il 311, venne condannato al rogo poichè professava la fede cristiana rifiutandosi di fare sacrifici agli dei. Fino agli anni '20 del secolo scorso a Siurgus la festa cadeva nella seconda domenica di giugno, quando in seguito venne spostata al 20 Agosto dal sacerdote del tempo, Predi Fonnesu, per questioni di raccolta di fondi per i festeggiamenti. scheda dal sito del comune di siurgus donigala San Sebastiano![]() Click here to edit.
Sant'Antonio Abate![]() San Giuseppe (sconsacrata)![]() Dopo la sconsacrazione è diventata Cassa Comunale di Credito Agrario ed attualmente è la sede locale del Banco di Sardegna
|
Le chiese campestri di Siurgus Donigala
Santa Susanna, Santi Cosimo e Damiano (rudere)
[per saperne di più visita www.chiesecampestri.it]
[per saperne di più visita www.chiesecampestri.it]